GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE.

LA VIOLENZA NON E’AMORE

 

“L’aggressione fisica è stata la conclusione di una serie di eventi che le donne vittime subiscono. Arriva dopo tante solitudini e tanti silenzi” (AVV. Lucia ANNIBALI)

 

A che punto siamo nel contrasto alla violenza di genere?

Da quel 17 Dicembre 1999, in cui le Nazione Unite hanno approvato una risoluzione che definisce violenza «una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, persistenti e devastanti che, ad oggi, non viene denunciata, a causa dell’impunità, del silenzio, della stigmatizzazione e della vergogna che la caratterizzano», molti passi avanti sono stati fatti in termini di diritti e di sensibilizzazione.

Ma anche quest’anno i dati del Viminale non sono per nulla incoraggianti: da gennaio sono 82 gli omicidi di donne in Italia, 72 in ambito familiare e affettivo.

Le politiche di contrasto hanno fatto passi avanti, ma è sulla cultura che ancora tanto bisogna lavorare. Devono sparire frasi come ‘Se l’è andata a cercare’, “Certo che conciarsi così”, “Se non avesse frequentato quel locale..”.

Le donne hanno bisogno anzi DIRITTO, che la loro storia sia ascoltata senza pregiudizi e le loro paure siano accolte. Alle donne va chiarito che non sono responsabili della violenza, non è colpa loro…ognuna di loro merita la libertà e l’isolamento è il primo pericolo da superare. E’ un percorso complicato, non bisogna nasconderlo, ma non si è da sole.

L’impegno dei Servizi Sociali si concretizza quotidianamente in attività di prevenzione, protezione e tutela delle vittime.

Il nostro messaggio vuole rivolgersi:

Ai genitori che devono impegnarsi ad educare i figli all’affettività, al rispetto della volontà dell’altro e all’accettazione del rifiuto come parte della vita e non come simbolo di insuccesso personale.

Alle donne a cui chiediamo di affidarsi ai servizi e alle associazioni specializzate: lì troveranno persone disposte ad accompagnarle verso la libertà. Chiediamo a tutte di non cedere alla tentazione dell’ultimo chiarimento, dell’ultimo appuntamento, dell’ultimo ingresso in casa per prendere delle cose, perché è lì che ci si mette all’angolo e che molto spesso l’uomo scatena la sua rabbia.

Agli uomini a cui diciamo che si può cambiare il proprio approccio verso la donna mediante percorsi di rieducazione affettiva che passano attraverso la consapevolezza che il problema c’è, ma può e deve essere affrontato.

Per tutte, il nostro messaggio è NOI CI SIAMO

 

Le operatrici e gli operatori del C.S.S.M.


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